Pregi e utilizzi del Pungitopo

pungitopo

Pungitopo

Il Ruscus Aculeatus L., noto con il nome comune di pungitopo, è un piccolo arbusto sempreverde con rizoma piuttosto ramificato appartenente alla famiglia delle Liliaceae, la cui altezza non supera il metro.

Ha foglie piuttosto resistenti al tatto e acuminate, di colore verde scuro, note anche con il nome di Cladodi, ossia rami trasformati in foglie.
Nel periodo febbraio – aprile nasconde nella loro pagina inferiore dei bellissimi fiori violetti, difficili da notare.
Nel periodo invernale si arricchisce di frutti rotondi color rosso vivo, che racchiudono uno o due semi e che permangono sulla pianta per 2-3 mesi.

E’ una pianta che troviamo facilmente nei boschi, all’ombra di lecci e querce, in zone calde e al riparo dal freddo, che teme, su terreni calcarei.
È per questo che è diffuso su tutto il territorio italiano su altitudini medie inferiori al metro l.m., e in Europa su paesi che si affacciano sul Mar Mediterraneo e in Gran Bretagna.

I mille usi del pungitopo

La storia

Pianta nota già in epoca romana, nel nome racchiude in sé tutta la tradizione popolare: pungitopo, perché si era soliti utilizzarlo essiccato, raccolto in fasci e posizionato a testa in giù a protezione del raccolto e dei cibi in dispensa dai topi, ma anche piantato in prossimità delle piante da frutto ed ortaggi.

Gli antichi popoli germanici lo utilizzavano per onorare gli spiriti dei boschi, e nelle loro case conservavano dei rami di pungitopo perché tenesse lontano i malefici.
I popoli latini scambiavano rami di pungitopo durante le celebrazioni come buon auspicio.
Per i Cristiani era un simbolo di fertilità e abbondanza.

Da queste antiche tradizioni deriva l’utilizzo del pungitopo come ornamento nelle feste natalizie, proprio per augurare felicità nell’anno nuovo.

La droga del Ruscus Aculeatus è contenuta nel rizoma e nelle radici che, nel rispetto del periodo balsamico, vengono raccolte in autunno, solitamente nel mese di settembre.

I principi attivi

I principi attivi presenti nel Rusco sono: Saponine steroidee, Glucosidi (ruscosidi), Agliconi (ruscogenine), Flavonoidi (rutina), Cumarine, Sparteina, Tiramina, Tannini, Olio essenziale, Resine.

La molecola più nota è la RUSCOGENINA, appartenente alla famiglia delle saponine steroidee da cui si attribuisce la funzione vasoprotettrice, antinfiammatoria e antiedemigena, sia in caso di uso interno che in caso di uso topico.

In realtà, essendo di fronte a un fitocomplesso, non dobbiamo mai dimenticare tutti gli altri componenti, come le cumarine, molecola nota per la sua azione anticoagulante e flebotomia.
Dei tannini, molecola ad azione emostatica, astringente ed antinfiammatoria, o dei flavonoidi, che supportano l’attività della ruscogenina.

Il pungitopo a moltissimi principi attivi

Usi e Proprietà

Il Rusco usualmente trova grande applicazione sia per uso interno che per uso topico per le sue proprietà vaso-protettrici, antinfiammatorie ed antiedemigene.
Ciò vuol dire, in parole più semplici, che viene usato per il trattamento di disturbi a carico della circolazione venosa.

Trova quindi impiego nel trattamento dei disturbi del microcircolo e associati all´insufficienza venosa cronica, quali dolore e senso di pesantezza alle gambe, crampi notturni, prurito e gonfiore.

È utile anche nel trattamento delle emorroidi, alleviando prurito e dolore.
Meno nota è la sua proprietà diuretica e antinfiammatoria su vie urinarie, utile in caso di cistiti e gotta, in associazione sinergica con altri estratti vegetali.
Proprio per la sua doppia funzione antinfiammatoria e vasoprotettrice, trova applicazione anche nel trattamento di alcuni tipi di cellulite.

Da un punto di vista tossicologico, le preparazioni a base di Rusco sono altamente tollerabili in quanto non presentano alcuna tossicità alle dosi indicate e nessun effetto collaterale.
Eccezion fatta per la segnalazione di disturbi gastrici e nausea ma solo in rarissimi casi, spesso legati ad un utilizzo molto prolungato e nel caso di ingestione delle bacche, che invece sono tossiche per l’alto contenuto di saponine e con forte azione purgante.

Il suo utilizzo è sconsigliato in caso di gravidanza e allattamento, periodo pre-operatorio e a soggetti ipertesi.

La commissione E tedesca indica come dosi giornaliere da assumere 7-11 mg di ruscogenina totale (ovvero la somma di ruscogenina e neuruscogenina).
In Italia sono disponibili estratti liofilizzati che hanno titolo elevato in principi attivi (ruscogenine al 10%), sia sotto forma di preparati da assumersi per via orale (opercoli, gocce) che per uso topico (pomate, gel).

Una specie protetta

Esiste anche un uso culinario del pungitopo: i giovani getti vengono consumati, previa cottura con abbondante acqua e aceto, o conservati sott’olio o sott’aceto, come gli asparagi, a cui assomigliano nel gusto, seppure più amaro.

In alcune zone del Nord Italia sono utilizzati per aromatizzare la grappa.
A causa delle molteplici varietà d’uso della pianta, il Ruscus aculeatus è specie protetta in quanto riveste un ruolo fondamentale nella salute del bosco poiché contribuisce alla colonizzazione del sottobosco di leccete e della macchia mediterranea.

In passato è stato oggetto di eccessiva raccolta, dovuta all’utilizzo del rizoma in campo medicinale e dei rami come ornamento.

Nel nostro Paese la specie è protetta in:

  • Abruzzo (protezione totale),
  • Friuli Venezia Giulia, Liguria (protezione totale),
  • Lombardia (la raccolta a fini scientifici/didattici può essere effettuata previa autorizzazione),
  • Molise (protezione totale),
  • Toscana,
  • Umbria (autorizzati raccolta e commercio per soli scopi scientifici, didattici, farmaceutici e officinali), Provincia Autonoma di Trento (vietata la raccolta e la detenzione). 

Proprietà del pungitopo

In cosmetica viene usato l’estratto glicolico della radice di Ruscus Aculeatus L. Liquido arancio marrone dall’odore caratteristico, per il trattamento di pelli delicate, sensibili e arrossate con couperose ed eritemi e caratterizzate da fragilità del microcircolo sottoepidermico.
Si sfrutta la sua azione antinfiammatoria e astringente.

Lo troviamo all’interno di prodotti destinati alla pelle danneggiata da agenti ambientali esterni e nel caso di gambe e piedi affaticati.

Esiste anche l’estratto lipofilo di rusco, altrimenti detto macerato oleoso o oleolito, ottenuto per macerazione del rizoma in un solvente oleoso, costituito prevalentemente da saponine steroidee (ruscogenina e neuroruscogenina) e flavonoidi (rutina e rutoside).

Per le sue proprietà vasocostrittrici, protettive dei capillari, drenanti, lenitive, astringenti e antinfiammatorie, l’estratto lipofilo di rusco viene utilizzato nei preparati contro gli inestetismi della cellulite. In prodotti stimolanti per la circolazione e creme e lozioni drenanti e defaticanti per gambe stanche.

Articolo scritto dalla Dott.ssa Ambra Centra
Laurea in Scienze e tecnologie cosmetologiche ed erboristiche
Vice Coordinatrice Nazionale del Coordinamento Nazionale Erboristi Laureati & Studenti in Tecniche Erboristiche.
Ha collaborato alla scrittura del libro ‘Cosmetologia: visione d’insieme
Iscritta al Registro Nazionale Erboristi Professionisti n° GLT0057S

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