Si fa presto a dire tisana!
Personalmente acquisto le tisane che bevo normalmente al supermercato o più raramente su siti online. E di solito mi faccio convincere da sapori che conosco…
Quando mi sono arrivate queste bustine Numi Tea non ero preparata! Mi hanno stupito l’intensità dei sapori e dei profumi.
La mia esperienza
Mi piace sorseggiare una bella tisana senza aggiungere zucchero o miele, diciamo nature, spesso in compagnia di mia sorella che ne beve molte più di me e la considero una vera esperta. Per questo l’ho invitata all’assaggio e alla scoperta di queste meravigliose tisane.
TUMERIC TEA
Questa è stata la sorpresa più grande, non mi aspettavo il sapore quasi piccante della curcuma, il profumo intenso del lime e della verbena. Ero come una bambina durante l’attesa dell’infusione, sempre lì con il nasino sulla tazza…
Mi ha conquistata!
MOROCCAN MINT
Questa è stata una conferma. Mi piacciono le tisane alla menta, anche fredde in estate. In quest’occasione l’ho assaporata calda e mi è piaciuta tantissimo. L’aroma è ancora una volta intenso e avvolgente.
Promossa a pieni voti!
DRY DESERT LIME
Questa a me non è piaciuta, risultava troppo acida al mio palato forse perché “troppo concentrata”, ma mia sorella l’ha gradita tantissimo. Probabilmente avrei dovuto berla fredda, con ghiaccio. Leggendo sul retro della bustina ho notato che se si vuole gustarla fredda basta una bustina per due tazze. Ora sono curiosa e voglio fare un secondo tentativo ma… non ne ho più!
Tutte e tre le tisane che ho potuto assaggiare sono “caffeine free” e ne ho apprezzato sicuramente la qualità, l’intensità degli aromi sprigionati e i sapori intensi.
Volete sapere se mi è venuta voglia di acquistarne qualcuna?
Sì, il problema è la scelta infinita della gamma… Mi farò aiutare. Quindi se qualcuna ha consigli da dare sono ben accetti, anzi, fatevi sotto!
Giusto due parole sul cioccolatino: buonissimo.
Fondente, croccante, profumato, ma finito subito e non ho nemmeno tenuto la carta…
Se volete un cioccolato di qualità non fatevelo scappare!
Articolo scritto da Sandra
Le 5 piante più utilizzate per la depurazione
Il Natale è ormai passato, piatti tipici delle feste, cioccolata, panettoni, dolci varie e leccornie fanno ormai da sfondo ai ricordi delle nostre tavolate. In primo piano però rimangono spesso la sensazione di pesantezza e l’esigenza di depurarsi.
Ma depurazione in che senso?
Se andiamo a guardare i principali ingredienti delle tisane adibite a questo scopo troviamo, tra le erbe più utilizzate:
- CARCIOFO,
- CARDO MARIANO,
- TARASSACO,
- CURCUMA
- BARDANA
Per lo più piante amare che, secondo la tradizione popolare e gli studi fitoterapici, vanno ad agire sul fegato “ripulendolo” dalle sostanze tossiche, dando benefici che si ripercuoteranno un po’ su tutto l’organismo, ad esempio a livello della digestione, sulla funzionalità dell’intestino, sulla luminosità della pelle e sul funzionamento del sistema immunitario.
Analizziamo insieme la top five delle piante sopra citate
1 – Il Carciofo
Nelle tisane utilizziamo le foglie, quindi non la parte edibile, dal bel colore verde scuro e dall’inconfondibile profumo. Sapete che, nonostante sia la pianta più conosciuta per i benefici sul fegato, in realtà il carciofo non ha proprietà epatoprotettive? Questo non toglie che sia un valido aiuto per la depurazione poiché, grazie alle proprietà diuretiche, ipolipemizzanti e coleretiche, riesce a contribuire al benessere del fegato.
2 – Il Cardo mariano
Diversamente che per il carciofo, di questa pianta si utilizza il frutto ricco del principio attivo Silimarina (curiosità: la silimarina non è una singola sostanza ma un fitocomplesso, cioè un gruppo di sostanze che collaborano insieme a darci una data proprietà o funzione). In questo caso le proprietà depurative si traducono nella capacità di proteggere le cellule del fegato, accelerarne la rigenerazione, proteggere i grassi dall’ossidazione e nell’avere proprietà antiossidanti.
3 – Il Tarassaco
Conosciuto comunemente come Soffione, del tarassaco sfruttiamo praticamente tutta la pianta, in particolare, nelle tisane depurative, le foglie. Queste infatti hanno la capacità di aumentare la secrezione dei succhi gastrici e della bile (e quindi contribuiscono alla funzionalità digestiva e del fegato) grazie alla sostanza amara conosciuta come “Tarassicina”. La lieve attività diuretica, sempre data dalle foglie, aiuta ulteriormente l’eliminazione delle tossine.
4 – La Curcuma
Di questa pianta originaria dell’India utilizziamo la parte sotterranea, ovvero il rizoma, dal caratteristico colore giallo. Quando si maneggia la curcuma, specialmente se in polvere, è bene proteggere accuratamente i tessuti, a meno che non vogliamo ritrovarci a lottare contro macchie dal colore giallo vivo (in passato la curcuma era utilizzata anche come erba tintoria proprio per il contenuto in curcuminoidi). Le proprietà farmacologiche riconosciute sono quelle antiossidanti, antinfiammatorie e immunostimolanti. In più se ne fa largo uso, secondo la tradizione popolare, per stimolare la produzione e l’escrezione della bile.
5 – La Bardana
La tradizione d’uso popolare riconosce alla radice di bardana proprietà depurative, specialmente legate al benessere della pelle e alla risoluzione di problematiche come rossori, acne o impurità dovute, ad esempio, ad eccessi alimentari o a cause imputabili a un affaticamento del fegato. Per questo la troviamo spesso nelle tisane con questa funzione. Non ho trovato, tuttavia, studi clinici che sostengano l’uso della bardana per via interna come valido aiuto per il benessere epatico.
In commercio troviamo tantissime tisane depurative sfuse e in filtri, ma vi avviso: raramente una buona tisana per la depurazione ha un gusto altrettanto buono.
Un’ultima cosa
Ricordo che l’utilizzo di tutte le piante citate è da intendersi sotto consiglio del medico e/o dell’erborista, che meglio adatterà il consiglio o la formulazione della tisana al nostro personale stato di salute.
A presto
Articolo scritto da Isabella
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Tisane speziate
Zenzero, cannella, cardamomo e chiodi di garofano sono solo alcune delle spezie più comunemente utilizzate nella formulazione di tisane invernali, ma ci siamo mai chiesti perché?
L’Ayurveda
Se nella tradizione erboristica occidentale utilizziamo questi rimedi per rinvigorire l’organismo, e ci avvaliamo delle proprietà antisettiche per aumentarne le difese immunitarie, è proprio nella medicina tradizionale cinese che troviamo una spiegazione complementare altrettanto affascinante.
Secondo l’Ayurveda, infatti, i cibi possono avere delle caratteristiche Yin – e di conseguenza raffreddare il corpo – e delle caratteristiche Yang, ed essere quindi indicati come cibi riscaldanti.
Le spezie che abbiamo elencato sopra appartengono a quest’ultima categoria, e riescono così a disperdere il freddo e aumentare l’energia vitale. Proprio per questo motivo è consigliabile iniziare la giornata nutrendosi di cibi Yang.
La nostra tradizione
Tornando alla nostra tradizione, troviamo testimonianza dell’uso delle spezie come ingredienti cosmetici, condimenti e medicamenti fin dai tempi dei Greci, degli Egizi e dei Romani. Senza dilungarci troppo, vorrei fare con voi una rapida carrellata delle cinque spezie a mio parere più utilizzate per aromatizzare gli infusi e vederne insieme le proprietà.
Posto numero 1
Il podio è conteso tra due delle spezie più utilizzate da sempre nel periodo invernale. Dopo aver osservato decine di tisane sfuse e confezionate presenti sul mercato, mi sento di assegnare questo posto a… Lo ZENZERO!
Di origine asiatica, lo zenzero – o Zingiber officinale – si contraddistingue per il caratteristico sapore piccantino dato dal gingerolo. È una delle spezie più utilizzate per favorire la digestione e come antinausea, tuttavia è sempre meglio consultare il proprio medico prima di utilizzarlo per tamponare le nausee in gravidanza.
Le proprietà antinfiammatorie lo rendono un valido aiuto in caso di raffreddore e influenza, ma è controindicato in caso di gastriti e di calcoli biliari perché la proprietà digestive stimolano anche la produzione della bile.
Posto numero 2
Il secondo posto e occupato dalla CANNELLA!
La più pregiata è quella proveniente dallo Sri Lanka. La parte più interna della corteccia, ripiegata su se stessa a formare le caratteristiche stecche, trova largo impiego come ipoglicemizzante grazie al contenuto in polifenoli, fluidificante del sangue, antimicotico e antisettico, grazie all’azione della cinnamaldeide.
Spesso gli oli da massaggio utilizzati dagli sportivi prima dell’allenamento contengono cannella, proprio per scaldare i muscoli e prepararli allo sforzo. Si raccomanda di non utilizzare l’olio essenziale puro sulla pelle.
Posto numero 3
E’ occupato dal CARDAMOMO.
Dal sapore fresco balsamico, i semi di questa pianta, cugina dello zenzero, sono contenuti in caratteristici frutti verdi da cui si ricava un olio essenziale ricco in acetato di alfa-terpineolo e ossido terpenico, composti che conferiscono al prodotto numerosi impieghi in erboristeria.
Tra tutte le possibili applicazioni possiamo utilizzare il cardamomo per aiutare la digestione e prevenire l’accumulo di gas intestinale, combattere l’alitosi, lenire le gengive arrossate.
Il cardamomo è una delle spezie più pregiate; se il nome non vi evoca alcuna nota aromatica particolare, sappiate che nella cucina orientale è impiegata per aromatizzare il caffè arabo e per preparare il curry.
Quarto posto: CHIODI DI GAROFANO
L’olio essenziale che si ricava dai boccioli floreali dell’Eugenia caryophyllata è uno dei più ricchi in eugenolo, composto dalle notevoli proprietà antifungine e antibatteriche. Tanto da essere utilizzato, nell’antico Egitto, per mantenere i corpi puliti e protetti dall’attacco dei parassiti durante l’imbalsamazione e, in epoca moderna, come ingrediente dei collutori per l’igiene dentale.
L’azione antiossidante dei polifenoli lo rende utile come protettivo del fegato, ma è tuttavia sconsigliato a chi segue terapie con farmaci anticoagulanti.
L’uso tradizionale esterno vuole l’olio essenziale di chiodi di garofano utile in caso di dolori da carie, afte e gengiviti. Rimane comunque sconsigliabile applicarlo puro sulla zona da trattare.
Quinto e ultimo posto: PEPE NERO
Nonostante siamo abituati a vedere spesso sulle nostre tavole questa spezia, non dobbiamo indurci a sottovalutarla. In passato il pepe nero era considerato tanto prezioso da essere utilizzato come valuta di scambio, un po’ come oggi utilizziamo il denaro.
Le principali proprietà del pepe nero sono da ascrivere al principio attivo Piperina, che conferisce sia il gusto piccante tipico che ben conosciamo, sia le diverse proprietà.
Lo troviamo ad esempio in preparati per aumentare la termogenesi o, ancora più frequentemente, accanto a composti come il selenio è la vitamina B6, di cui aiuterà l’assorbimento.
Ricordiamo che moltissime spezie, per le proprietà intrinseche di stimolare la produzione di succhi gastrici, andrebbero evitate da chi soffre di gastrite e ulcere.
Nella foto ho riportato una tisana in filtri che contiene tutte e cinque le spezie di cui avevo deciso di parlare in questa puntata della rubrica. Indicativamente il costo è di 4,70€ ed è possibile trovarla sia nella grande distribuzione sia nelle erboristerie.
A presto